Image
sostenibilita ambientale

Carbon Border Adjustment Mechanism: un provvedimento per contrastare il dumping climatico

Ott. 9 2024

Nel mondo, nel 2022, sono state emesse in atmosfera 37 miliardi di tonnellate di Gas a effetto serra (GHGs-Greenhouse Gases), di queste 5 miliardi sono attribuibili agli Stati dell’Unione Europea (fonte: Our World in Data). In termini percentuali la Cina contribuisce alle emissioni per il 25%, seguita da USA (11%), India (7%) e Unione Europea (6%). L’Italia, con i suoi 338 milioni di tonnellate di CO2eq, è responsabile per meno dello 0,1%. A livello globale, tra i settori che più incidono alla produzione di emissioni GHGs vi sono quelli della produzione di energia e riscaldamento, dei trasporti, della manifattura e costruzioni e dell’agricoltura.

Nonostante le politiche condivise, attuate a livello globale ed europeo, per contrastare il fenomeno del cambiamento climatico e dell’innalzamento delle temperature, l’obiettivo di riportare le emissioni al di sotto dei livelli registrati nel 1990 sembra ancora piuttosto lontano. Ciò è dovuto, non solo alle difficoltà di convertire i modelli di produzione esistenti utilizzando fonti energetiche e tecnologie a minore impatto ambientale, ma anche alla forte crescita economica di nazioni come Cina, India e Brasile, dove le normative in materia climatica sono meno stringenti. Tali circostanze hanno fatto sì che, negli anni, si consolidassero situazioni di dumping climatico, ovvero la possibilità di produrre ed importare beni da luoghi nei quali la produzione è soggetta a vincoli ambientali meno rigorosi, con una conseguente riduzione dei costi di realizzazione. Un fenomeno che ha impatti negativi sia sull’ambiente, sia sulla concorrenza, specialmente per quelle imprese che invece scelgono di non delocalizzare i propri stabilimenti.

CBAM – Carbon Border Adjustment Mechanism  

Allo scopo di tutelare gli sforzi fatti dai Paesi UE per la riduzione delle emissioni, e contenere il fenomeno del dumping, nel maggio del 2023 il Parlamento europeo e il Consiglio, hanno introdotto una misura di adeguamento del carbonio alle frontiere il "Carbon Border Adjustment Mechanis"con il Regolamento (UE) 2023/956. Tale provvedimento si aggiunge e completa le iniziative del Green Deal europeo, così da tentare di raggiungere gli obiettivi di contenimento delle emissioni entro il 2030 (Fit for 55). Nella pratica, sulle merci prodotte fuori dall’UE e poi importate, verranno applicati dei costi sulle emissioni incorporate pari a quelli sostenuti dai produttori comunitari secondo l’EU Emission Trading System, il sistema di scambio delle quote di emissioni.

Le due fasi dell'applicazione del Regolamento (UE) 2023/956

L’applicazione del Regolamento prevede due fasi, la prima denominata transitoria è iniziata ad ottobre 2023 e si protrarrà fino al 31 dicembre 2025. Durante questo periodo i rappresentanti diretti o gli importatori di merci quali cemento, prodotti siderurgici, alluminio, fertilizzanti, energia elettrica e idrogeno - beni ad alta densità di carbonio - sono tenuti ad acquisire informazioni sulla quantità dei beni importati e delle emissioni di anidride carbonica incorporate. I dati, raccolti su base trimestrale, devono essere comunicati alla Commissione Europea attraverso un apposito registro transitorio. Durante questa fase, non viene applicato alcun tributo, ma è obbligatorio dichiarare la quantità delle merci soggette a CBAM.

La seconda fase, quella definitiva, inizierà il 1°gennaio 2026, gli importatori e i rappresentanti che avranno ottenuto un’autorizzazione allo svolgimento dell’attività, continueranno a comunicare alla Commissione, con cadenza trimestrale, tipologia, quantità ed emissioni incorporate dei prodotti fatti entrare nell’UE. Poi, sulla base di quanto dichiarato, verrà calcolato il tributo corrispondente da versare in termini di “certificati CBAM” (1 certificato CBAM = 1 tonnellata di CO2). Tali certificati saranno emessi dalle Autorità Competenti di ciascuno Stato Membro dell’UE e il loro costo sarà conteggiato in base al prezzo medio delle quote EUA (European Union Allowances) scambiate nell’EU Emission Trading System ed espresso in €/tonnellata.

Benché l’entrata in vigore del CBAM abbia scatenato critiche e preoccupazioni, sia da parte dei Paesi produttori (non-UE) che da parte degli importatori, poiché con gli obblighi derivanti dal nuovo sistema potrebbero vedersi costretti ad aumentare il prezzo finale delle merci, il provvedimento è un ulteriore strumento per la lotta al cambiamento climatico. Un modo per spingere gli operatori del mercato a ricercare soluzioni tecnologiche sostenibili e convenienti, contribuendo al contempo al raggiungimento degli ambiziosi obiettivi comunitari. 

La Green Line di Bureau Veritas

Visita la sezione