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La diversità culturale in impresa

Mar. 20 2024

NUOVI SPUNTI DI RIFLESSIONE PER LE PRATICHE INCLUSIVE

La rappresentazione delle diversità nelle organizzazioni, in tutte le sue sfaccettature, costituisce contemporaneamente una sfida e un’opportunità per le imprese. Stella Pinna Pintor, dottoranda all’Università di Torino, Dipartimento di Culture, Politica e Società, approfondisce il tema, offrendo numerosi spunti di riflessione.

Innescando un solido cambiamento culturale, la gestione della diversità permette di instaurare un clima organizzativo di inclusione, di integrazione e di accettazione della diversità; permette inoltre di valorizzare le attitudini e le potenzialità dei singoli, di implementare la motivazione, la soddisfazione e il benessere generale riducendo il conflitto e le condotte discriminatorie. 
Conseguentemente, l’organizzazione può raggiungere dei risultati migliori anche in termini economici, ottenendo dei vantaggi legati alla competitività.

Tra questi, una riduzione dei costi legati all’assenteismo e al turnover, una maggiore apertura ad una clientela diversificata, un’implementazione delle competenze legate all’internazionalizzazione, un aumento dell’innovazione, un aumento della produttività, una migliore attrattività per nuovi talenti e, infine, un ritorno di immagine. 
Dalle più recenti indagini sul tema condotte a livello nazionale (Istat, 2020), emerge però come le imprese riservino una maggiore sensibilità ad alcune dimensioni della diversità rispetto che ad altre.

Tra le più diffuse, vi sono le misure che riguardano il genere e la disabilità, dopodiché l’attenzione verte sulla diversità legata all’età (age management) e, solo in rari casi, sulla diversità legata alla provenienza, cittadinanza, etnia e appartenenza religiosa. 
Questa tendenza può essere ricondotta a diverse ragioni, tra cui un’attenzione storicamente più centrata sulla tematica di genere, fin dai primi approcci alle pari opportunità in Italia – questione ancora oggi molto attuale, dato il sempre presente gap nelle opportunità di carriera (e non solo) tra uomini e donne.

Tuttavia, se si considerano i cambiamenti sociali e demografici in corso, come la crescita della popolazione straniera residente in Italia, appare chiara l’urgenza di mettere in campo interventi per la gestione della diversità culturale nelle realtà aziendali ed imprenditoriali, al fine di valorizzare il capitale umano e trarne dei benefici in termini organizzativi, gestionali ed economici. 
Definire delle misure per la gestione della diversità culturale può incoraggiare l’espressione del suo potenziale, ad esempio: l’utilizzo virtuoso delle competenze di multilinguismo per il rapporto con il mercato internazionale, delle competenze trasversali acquisite dall’esperienza migratoria, lo stimolo e l’arricchimento culturale dati dal confronto reciproco.

PER APPROFONDIRE

  • AZIONI DI DIVERSITY & INCLUSION NELLE PMI

    Ad oggi, gli interventi più significativi di D&I vengono attuati prevalentemente dalle grandi aziende, le quali sono necessariamente portate ad assecondare i processi di internazionalizzazione dei mercati e che, allo stesso tempo, dispongono delle risorse necessarie per l’innovazione organizzativa. 
    Tuttavia, quest’ultime non sono rappresentative del tessuto imprenditoriale italiano, composto prevalentemente da PMI.
    Mettendo in luce gli interventi messi in campo dalle PMI, però, si individuano diverse esperienze virtuose in materia, le quali rischiano di non emergere nei riferimenti di good practices perché non proceduralizzate ma, piuttosto, informali. 
    Nella dimensione della PMI, infatti, la valorizzazione della diversità culturale può esprimersi più facilmente in risposte individualizzate o caso per caso, in cui si sceglie – per motivazioni diverse – di sostenere lavoratrici e lavoratori di origine straniera, ad esempio nelle procedure burocratiche inerenti al loro status giuridico. 
    Altri esempi sono il sostegno alla casa, alla formazione linguistica, all’attenzione indirizzata alle esigenze specifiche come quelle religiose o alimentari. 
    In altri casi, invece, le strategie di D&I assumono la forma di interventi strutturati in impresa, con obiettivi specifici, strumenti e metodi sviluppati ad hoc. 
    Per quanto vantaggiose anche nella forma più spontanea e libera da cornici di specifiche progettualità, le misure non sistematizzate rischiano di perdere il carattere di replicabilità, il quale valorizza le azioni di successo e riduce il dispendio di energie. 
    Perciò, nonostante vi siano alcune realtà particolarmente attente e attive sul tema, è necessario implementare degli strumenti per la realizzazione di interventi volti alla gestione della diversità culturale, etnica e religiosa nei contesti delle PMI italiane. 

  • L’INTRECCIO TRA UNIVERSITÀ E IMPRESE PER LA D&I

    Il progetto di ricerca dal titolo Diversity Management and societal inclusion: from knowledge sharing to policy transferability, condotto da Stella Pinna Pintor (Università di Torino) parte da questi presupposti per indagare le pratiche di gestione della diversità culturale messe in campo nelle PMI italiane e, in seguito, per lavorare alla definizione di nuovi strumenti utili che tengano conto delle specificità del contesto delle imprese di più piccole dimensioni e del quadro nazionale di riferimento.
    Quali leve per un cambiamento in termini di strategie e pratiche? 
    Quali possibilità di policy transferability dal contesto internazionale a quello italiano? 
    Quali ostacoli – economici, normativi, culturali – alla gestione della diversità culturale, etnica e religiosa in azienda?
    Ciò che guida il lavoro è la prospettiva di consolidamento del legame tra l’accademia e il mondo imprenditoriale
    Il tema oggetto di studio d’altronde non può che essere analizzato considerando l’intreccio dell’esperienza concreta delle imprese con la conoscenza scientifica. 
    La realtà accademica e quella imprenditoriale devono necessariamente lavorare in sinergia per l’individuazione di soluzioni innovative: se da un lato l’accademia può fornire degli importanti strumenti teorici e metodologici, dall’altra l’esperienza delle imprese è fondamentale per comprendere gli approcci più efficaci, inseriti nel quadro specifico delle PMI.

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La partecipazione offre un’occasione di riflessione su un tema particolarmente attuale, che richiama aspetti cruciali come i sistemi valoriali delle imprese, gli orientamenti culturali, e permette quindi di interrompere per un momento il flusso del lavoro, per soffermarsi a ragionare su possibili cambiamenti e innovazioni.